GOOGLE SPEED TEST E LA VARIABILE TEMPO NELLA COMUNICAZIONE WEB


Nella comunicazione sul Web la Net Semiology pone da sempre come caposaldo la relazione bipolare. Vale a dire, in parole povere, l'interazione che scaturisce tra emittente (il creatore del sito) e il destinatario (colui che naviga sul sito).

La relazione è di natura bipolare in quanto le interazioni del navigante generano l'adeguato feedback della comunicazione espressa dall'emittente. Con il 2.0 la relazione diventa multipolare, in quanto il destinatario può a sua volta diventare un secondo emittente e propagare la comunicazione dell'emittente originario.

In ambedue i casi un ruolo fondamentale è definito dalla qualità del messaggio che deve propagarsi senza eccessive interferenze al destinatario, che attraverso il suo feedback di interazione (visita delle pagine, compilazione dei moduli, fruizione dei vari contenuti proposti), ci dimostrerà la bontà della relazione stabilita.

Le interferenze posso essere di varia natura, dalla scelta sbagliata del posizionamento dei contenuti a un errato uso dei colori che non invogliano a interagire.

In questo caso si parla di entropia comunicativa, vale a dire della perdita "irreversibile" di parti del messaggio e di conseguente perdita della qualità della comunicazione proposta.

In questo caso il rischio di perdere la fiducia del nostro navigante è davvero molto alta.

Una delle variabili che incide sull'entropia comunicativa è senza dubbio il tempo di caricamento delle varie sezioni di un sito. Il navigante ha voglia di interagire nel più breve tempo possibile e se non trova risposte immediate, davanti a una schermata bianca ancora in caricamento, sfogherà la sua frustrazione con un semplice clic sul pulsante back del browser e inizierà una nuova attività.

La fine del nostro ruolo di emittente a cui si aggiunge la beffa di una cattiva indicizzazione nei motori di ricerca in quanto il ranking viene stabilito non solo dalla ricchezza e pertinenza dei contenuti proposti, ma anche dalla popolarità del sito.

Al giorno d'oggi sviluppare un sito dalle funzionalità avanzate e dall'aspetto professionale non è quindi sufficiente a garantire una user experience ottimale e la migliore indicizzazione nei motori di ricerca.

Ottimizzare le performance dei siti diventa una necessità per qualsiasi emittente che voglia fornire una comunicazione valida ai propri naviganti, con un occhio di riguardo per il mobile, su cui scorre gran parte del traffico web.

Lo strumento principe per controllare le performance di caricamento del nostro sito è Google Page Speed, basato sulla tecnologia WebPageTest.

Basta digitare l'URL del sito e inizia il caricamento del sito sul server per il test.


Il test mobile, avverte Google, viene simulato su una connessione standard (3G) in corso, in quanto fino al 2020, il 70% delle connessioni mondiali su rete cellulare sarà su rete 3G o a velocità inferiori.

Segue un analisi delle funzionalità espresse attraverso il codice generato dalle pagine del sito.

Questo test, ci avverte Google, comprende:
  • Controllo di HTML/CSS
  • Esecuzione JavaScript
  • Rilevamento compressione
Alla fine della quale si giunge la verdetto suddiviso in:

- un riepilogo generale con individuazione dei problemi "macroscopici" di usabilità


- un confronto con gli altri siti di riferimento


- consigli e correzioni





Tenendo presente l'incidenza media delle diverse risorse sulla performace di una pagina web i punti su cui intervenire sono di solito i seguenti:
  • immagini e loro ottimizzazione
  • file e loro compressione
  • risorse e loro ottimizzazione attraverso procedure above de fold e minification
  • fogli di stile e loro pubblicazione
  • cache e suo controllo periodico
  • plugin/script e loro ottimizzazione