Molte volte si crede che la comunicazione online risolva quasi tutti i problemi che si presentano per la vendita di un prodotto.
Il pensiero corre veloce: se un prodotto non esiste fisicamente, basta l'applicazione di qualche mock-up di Photoshop, o un buon rendering 3D e magicamente il prodotto compare nel proprio negozio online, pronto per essere presentato, se non venduto in maniera fraudolenta.
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Un classico mock-up di un profumo: il prodotto digitale simula quello analogico |
Prendiamo ad esempio il caso di Andy Paige, che nel 2013 ha lanciato il suo nuovo prodotto di successo: la GirlyGoGarter®, la famosa borsa da indossare come una giarrettiera.
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Andy Paige indossa direttamente la sua invenzione |
La sua creazione, come la sua presentazione non è stata affidata inizialmente alla Rete.
Come ci racconta la stessa Paige:
"Abbiamo iniziato a frequentare fiere commerciali nel mese di agosto 2013 sia a New York che a Las Vegas. Era molto importante per noi impostare i nostri futuri rivenditori, quindi abbiamo speso molto tempo e energia per creare un kit di marketing".
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Una delle numerose fiere in cui è stato presentato il prodotto |
"Abbiamo continuato a presentare e proporre questo kit andando per fiere e solo dopo questo passaggio fondamentale siamo passati alla presentazione online e il successo, determinato da questa diffusione iniziale, è stato consequenziale".
Quindi utilizziamo tranquillamente Photoshop e Cinema 4D, ma ricordiamoci di possedere qualcosa di tangibile, e di far condividere questa esperienza analogica prima di passare al mondo digitale.
Il direct marketing può tirare un sospiro di sollievo: dopotutto, nonostante qualcuno ci spinga a pensare il contrario, siamo ancora esseri umani.
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