PESCI D'APRILE DIGITALI: IL TRIANGOLO DI GOOGLE


Il primo giorno di aprile è ormai comunemente conosciuto come il giorno del pesce d'aprile.

La tradizione degli scherzi in occasione di tale festività si creò in Francia con l'usanza di consegnare dei pacchi regalo vuoti in corrispondenza del primo di aprile.

Il nome che venne dato alla strana usanza fu poisson d'avril, per l'appunto pesce d'aprile.

Gli fu dato questo nome  perché uno dei primi scherzi fatti in questa data fu a danno di alcuni pescatori.

Dei burloni gettarono nel fiume moltissime aringhe affumicate gridando: “Eccovi i pesci!”

Ecco perché uno degli scherzi più diffusi è quello di appendere alla schiena di qualcuno un pezzo di carta con il disegno di un pesce.

In occasione di tale ricorrenza è abitudine di alcuni supermercati  di regalare ai primi cento che ne fanno richiesta un buono per l'acquisto di una spesa a base di pesce.

Ogni anno anche Google, molto sensibile a questa ricorrenza, propone uno scherzo digitale.

Ad esempio è del 2013 la versione beta di Olezzo: si chiedeva di cercare come termine una parola attinente a un odore, ad esempio quello di un cassonetto dell'immondizia e di avvicinare il naso allo schermo per sentire l'olezzo.

Una volta cliccato sul fatidico pulsante di ricerca si avviava una barra di caricamento ci avvertiva che l'odore era quasi pronto per essere annusato.

Simpatico e inoffensivo.

Di tutt'altro genere lo scherzo proposto nel 2016.

L'azienda è stata infatti sommersa dalle proteste degli utenti contro l'opzione "mic drop Gmail" aggiunta in occasione del 1° aprile, una versione speciale del tasto invio che prevedeva la comparsa di un "minion" della saga Cattivissimo me vestito da regina che getta un microfono.

Uno scherzo nato dall'espressione "drop the microphone", ovvero riuscire ad avere l`ultima parola e lasciare l'interlocutore senza parole.


"Sembra che quest'anno lo scherzo ce lo siamo fatti da soli", ha scritto Google sul proprio blog ufficiale, scusandosi e sostenendo che sarebbe stato un bug a causare "più mal di testa che risate".

Nelle intenzioni di Google, il mittente avrebbe dovuto usare tale messaggio per dire in maniera scherzosa di aver detto tutto quello che c'era da dire, ma alcuni utenti hanno dichiarato di averlo inviato ai capi di lavoro, clienti e ad altre persone che avrebbero potuto non gradire la comparsa del mostriciattolo giallo e le sue intenzioni bellicose.

L'inserimento di GOOGLE nella relazione bipolare digitale ha insomma generato un inquietante e non più insolito triangolo di relazioni digitali.