LA TV È VECCHIA: INTERNET POTRÀ RINGIOVANIRLA?
In effetti ormai l'idea della TV come alter ego del focolare domestico attorno alla quale tutta la famiglia si riuniva, non funziona più. L'altissima segmentazione non solo del mercato, ma degli interessi del pubblico e la strabordante varietà dell'offerta proposta (sempre più scadente, tuttavia), non permettono più, come nei decenni passati, di incanalare in un unico orario o tenendo conto di un unico medium, sia pure tanto popolare come la televisione, i programmi e le relative pubblicità.
La tv è vecchia, afferma Pratellesi, ed è vero. Dovrebbe reinventarsi, continua, e qui sbaglia. La tv, così come la conosciamo, è ormai morta, ma come uno zombie continua a dare parvenza di vita, anche se ormai i suoi contenuti sono improponibili e il pubblico che la segue diminuisce ogni anno di più.
Quindi non è la TV che deve reinventarsi, ma la comunicazione deve trovare un nuovo medium. Il futuro è fatto di uno o più apparecchi, in casa, in cui sia possibile vedere un video, seguire un telegiornale, assistere a una rappresentazione teatrale, trovare informazioni su un prodotto o un servizio, inviare mail, fare telefonate, inviare SMS, fax, MMS, decidere di non scegliere e accettare una programmazione prefissata o rivedersi un film, magari d'essai, magari solo il secondo tempo, che si era iniziato a vedere qualche giorno prima. E siccome, citando McLuhan, il medium è il messaggio, si potrebbe anche sperare di vedere risollevarsi la qualità delle trasmissioni proposte (che naturalmente si chiamerebbe in un altro modo)
Insomma, solo la tanto nominata e non ancora praticata convergenza ci salverà. Inventerà un nuovo mezzo di comunicazione che non sarà né Internet né Radio né TV ma qualcosa di nuovo e salverà la pubblicità che è l'anima del commercio. Che è l'anima (purtroppo) della nostra attuale società dei consumi (e delle famiglie indebitate).